Biancopaco: in cerca d’un sosia di San Giovanni Apostolo

THE DINNER

In principio fu il verbo – così si legge nel Prologo del Vangelo di San Giovanni Apostolo. Di quanti verbi abbiamo bisogno, mi chiedo, per spiegare che ci fa, l’arte, nel mondo.

Egli (Giovanni) venne come testimone per rendere testimonianza alla luce, perché tutti credessero per mezzo di lui – si legge, poco più in là, sempre nel Prologo del Vangelo di San Giovanni Apostolo. Se uno come San Giovanni sente che il termine più esatto per descrivere la vita è la luce, allora la questione non tratta più di Verbo, ma di Colore.

Chi scrive usa metafore per riuscire ad esprimere i sentimenti più profondi, infatti molto spesso mi piace dire che alcune cose si dovrebbero comprendere, o quantomeno tentare di capire, per paragone e non per definizione. Le definizioni servono a comunicare non a sentire. Certo mi rendo conto che sono partita da lontano, addirittura dalla creazione o limitrofi, ma dopotutto credo che quella sia stata la prima occasione documentabile, in cui qualcuno ha provato ad esprimere un sentimento profondo e l’ha fatto, dovendo usare una parola, utilizzando un termine che è più vicino al colore piuttosto che ad una definizione. Ci sarà un motivo, mi dico.

L’arte può essere vista come mezzo di comunicazione e, coerentemente con questo pensiero, la pittura descrive un mondo parallelo che le anime più sensibili riescono a sentire per un periodo di tempo lungo abbastanza, da fornire all’artista quello necessario per fissare il tutto sul suo supporto. Biancopaco porta con sé il bianco, colore della luce e dell’inizio. Oggi abbiamo bisogno di un nuovo inizio? Abbiamo bisogno di stracciare il foglio di carta perché la lettera che stiamo scrivendo è troppo brutta o inadeguata? Vogliamo sovrascrivere un file perché lo abbiamo appena aggiornato e la vecchia versione è incompleta? Caspita quanta importanza ha il bianco. Ora capisco di più San Giovanni.

Forse (o forse no) Luca Colapietro -alias Biancopaco- ha voluto stendere un velo bianco per poter ricominciare a disegnare qualcosa che possa avere una connotazione candida, schifato (a torto o ragione) da quello che lui stesso ha combinato. Oppure la cosa può essere vista da un altro punto di vista. Se fosse la divinità che vuole rinchiudersi dentro un muro bianco candido, perché si vuole proteggere da ciò di cui è testimone? L’operato dell’uomo? A questo punto, ripensando a San Giovanni, servirebbe qualcuno che si faccia testimone dell’estraneità della divinità rispetto a quello che vede. Se il Dio che tutto ha creato ci vuole dissociare, vuol dire che l’abbiamo fatta grossa.

La potenza di questo pensiero la possiamo misurare guardando le immagini dei dipinti di Luca Colapietro nel contesto della fabbrica di calzature. Questo Dio che ha sotto agli occhi la gabbia che l’uomo stesso ha creato, si vuole nascondere sotto una passata di bianco che disinfetta gli occhi; il meccanismo industriale che vede gli uomini impiegati per quarant’anni per cause altrui, le quali sono soltanto il mezzo per arrivare al denaro che serve per comprare beni materiali e non solo. Se l’uomo potesse rinascere con la consapevolezza di ora, probabilmente farebbe scelte diverse ma chi può dirlo… l’uomo è colui che si trova sotto la luce, e da essa viene influenzato. Resta da capire di che tipo di luce si tratta e quante sfaccettature possiede.

Stefania Battistella

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